venerdì 3 giugno 2011

LA PAROLA DI OGGI 3\06\2011

LA PAROLA DI OGGI
3 giugno 2011
Venerdì
S. Carlo Lwanga e compagni - VI di Pasqua - (A) - II

PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, voglio vivere alla tua presenza questo giorno che tu mi concedi. Tu mi assicuri che la tristezza e le lacrime di un cristiano sono passeggere e saranno presto dimenticate perché tu ci accompagni e ci consoli definitivamente. È per questo che ti chiedo di non lasciarmi distruggere dalle sofferenze. La sicurezza della tua presenza, Gesù risorto, mi faccia dare il giusto valore alle sofferenze e alle gioie di questa vita che trascorre. Senza di te non esiste gioia vera, e con te, Signore, qualsiasi tristezza diventa gioia.
Con Santa Maria della Pasqua, tua e nostra Madre, io voglio aspettare nella fiducia il tuo ritorno definitivo e gioire della tua presenza per essere in questo giorno e sempre una vera testimonianza del tuo amore infinito.

ANTIFONA D'INGRESSO
Ci hai redenti, o Signore, con il tuo sangue
da ogni tribù e lingua e popolo e nazione,
e hai fatto di noi un regno di sacerdoti
per il nostro Dio. Alleluia. (Ap 5,9-10)

COLLETTA
Si compia in ogni luogo, Signore, con la predicazione del Vangelo, la salvezza acquistata dal sacrificio del Cristo, e la moltitudine dei tuoi figli adottivi ottenga da lui, parola di verità, la vita nuova promessa a tutti gli uomini. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 18,9-18)
In questa città io ho un popolo numeroso.
Dagli Atti degli Apostoli
[Mentre Paolo era a Corinto[], una notte in visione il Signore gli disse: "Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso". Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio.
Mentre Gallione era proconsole dell'Acaia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale dicendo: "Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge". Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: "Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi; io non voglio essere giudice di queste faccende". E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sostene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era fatto rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.
Parola di Dio

giovedì 2 giugno 2011

commento alla Parola del Signore 2\06\2011

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’intervista inviata riguardante la musica sacra, inevitabilmente troverà nostri parrocchiani un po’ dispiaciuti, abituati come sono a sentire le chitarrate in Chiesa, quel rumore assordante e fastidioso che si impone e sovrasta lo stesso Sacrificio del Calvario che si rinnova in ogni Santa Messa.
Sapete chi sono quelli che predicano baldoria ed esultanza durante la Cena, come la chiamano loro? I protestanti o evangelici. La loro mentalità non solamente è entrata dentro la Chiesa, si è imposta con forza. Loro non credono nella Messa, è uno dei punti fondamentali della riforma di Lutero. Liberi di credere o meno, ma lasciateci partecipare al Sacrificio Eucaristico secondo la volontà di Dio.
Da duemila anni la Chiesa celebra la Messa, come ha insegnato Gesù: “Fate questo in memoria di Me”. Precisando che quel pane che aveva nelle mani, non era più pane anche se manteneva le apparenze, la transustanziazione lo aveva trasformato nel suo Corpo. “Questo è il mio Corpo, offerto in sacrifico per voi”. Più chiaro di così Gesù non poteva parlare.
E se la Messa è il Sacrificio Eucaristico, la rinnovazione della morte di Gesù in modo incruento, mistico, senza il versamento del Sangue, chi partecipa e crede veramente, non può gridare, o cantare canzonette pagane, chitarrare come se si trovasse al mare, assistere con indifferenza ad uno spettacolo divertente.
È una scusa puerile dire che i giovani così partecipano, perché quei giovani uscendo dalla Chiesa si comportano come gli altri giovani. Non è servito a nulla lasciarli divertire e cantare in modo sconcio. La verità è un’altra, mancando i modi spirituali per attirare i giovani, per mezzo di preghiere, adorazione eucaristica, catechesi sul Vangelo, l’unico modo è quello di farli divertire, permettendo di fare quello che piace. È la perdita della Fede…
È vero che non tutti i giovani sono così, ma la stragrande maggioranza sì.
Non è sufficiente dare questa libertà ai giovani per attirarli, innanzitutto bisogna dare loro buoni esempi, devono vedere il parroco che prega in ginocchio davanti al Tabernacolo, che evangelizza con la sua vita pura, casta, onesta. Già questo è il più grande insegnamento. Vedendo il parroco convinto della sua Fede, i giovani gli vanno dietro, perché vogliono scoprire quel Tesoro che ha scoperto il parroco.
Si sentono attirati dalla Grazia di Dio.
E diventa facile spiegare che la Messa non è una festa paesana, con la sacra della salsiccia, è il memoriale, ricordo e presenza di Gesù nell’attesa del suo ritorno.
La celebrazione eucaristica ha quattro significati principali: Sacrificio, memoriale, convito, ringraziamento per i doni ricevuti da Dio.
I giovani che vogliono cantare, si inseriscono nel coro, si possono formare più cori secondo l’età, possono imparare l’organo o l’armonium, strumenti che senza alcun dubbio favoriscono la preghiera e l’adorazione di Gesù quando rimane misticamente in Croce dopo la consacrazione.
La chitarra si può suonare in altre circostanze, non durante la Messa.
Non demonizzo la chitarra, ma non è liturgica, non può assolutamente stare in un contesto di sacralità e di solennità. È uno strumento profano, da utilizzare nei momenti di fraternità, divertimento, gite, o nell’oratorio, in altri ambienti della parrocchia, fuori dalla Messa.
La chitarra non favorisce il raccoglimento nel momento più importante della nostra vita
Chi non ha compreso il valore della Messa, parla senza conoscenze teologiche e trova giustificazioni che non c’entrano affatto con il sacro. Chi dice che cantare è l’espressione dell’amore a Gesù, deve anche capire che la Messa è qualcos’altro rispetto agli incontri di preghiera. In questi incontri puoi usare la chitarra e certamente è un modo per coinvolgere tutti i presenti. La Messa richiede raccoglimento.
Gesù muore misticamente in Croce, e se tu ti trovassi sul Calvario accanto alla Madonna distrutta dal dolore e ai discepoli senza più lacrime, forse ti presenti con la chitarra al collo e cominci a schiamazzare? L’altare diventa il Calvario e Gesù dopo la consacrazione rimane misticamente in Croce.
Comprendo che la maggioranza dei cattolici ha sentito catechesi sulla Messa completamente false, per esempio, che è il momento della gioia e bisogna festeggiare con il Signore. Se leggete il nuovo catechismo della Chiesa, comprendete un po’ il vero significato della Messa cattolica. Sono i protestanti a volere la baldoria con canti melodici e sdolcinati, che distraggono completano dal Sacrificio.
Il punto è questo: se la Messa è il Sacrifico di Gesù, schiamazzare o strillare sono irriverenze verso Gesù, con tutto il rispetto per chi suona la chitarra e probabilmente lo fa anche con amore. Ma la Messa è la preghiera infinita, l’azione più sacra della Chiesa e del mondo. Non si può paganizzare questo sublime momento.
Padre Pio celebrava per ore e non si muoveva una foglia…
Dove c’è vero amore verso Gesù, si cerca il massimo raccoglimento.
Tempo fa un lettore mi inviò un link di un video durante un incontro di preghiera, l’adorazione eucaristica, la catechesi di una donna evangelica, e tutto sembrava quel contesto, tranne cattolico. Avvenuto in provincia di Novara, sono convinto che il parroco e tutti i partecipanti sono più protestanti che cattolici. Non immaginate le irriverenze verso il Santissimo esposto, le risate e le battute indecorose attorno all’altare. E suonate di chitarre…
Ditemi se Gesù può rimanere contento di questi incontri.
Quindi, chi crede veramente, vuole partecipare al Sacrificio di Gesù nel massimo raccoglimento. E più si è vicini a Gesù, più Grazie si ricevono. Chi non comprende questo aspetto, non ha la capacità di meditare. Ma per quale motivo si và a Messa, per adorare Gesù o per i canti pagani? I canti stile canzonette non si possono eseguire in altri momenti? È proprio necessario durante la Messa?
Non è la chitarra a favorire l’incontro con Gesù, né le canzonette che distraggono.
I canti che si eseguono con l’organo sono bellissimi, non necessariamente si utilizzano quelli gregoriani. E i canti sacri spingono alla preghiera, aiutano il raccoglimento e la vera partecipazione al Sacrificio Eucaristico. Non andiamo forse a Messa per adorare e ringraziare il Signore?
Pretendono la chitarra i giovani che hanno seguito catechesi moderniste a loro insaputa. O hanno ascoltato insegnamenti protestanti dentro la Chiesa Cattolica. Ovviamente non possono capire questo mio scritto, o lo comprendono solo per Grazia di Gesù.
Io voglio bene anche quelli che suonano la chitarra. Il mio è insegnamento spirituale conforme alla sana Tradizione della Chiesa, non condanno nessuno.

LA PAROLA DI OGGI 2\06\2011

LA PAROLA DI OGGI
2 giugno 2011
Giovedì
Ss. Marcellino e Pietro - VI di Pasqua - (A) - II

PREGHIERA DEL MATTINO
Padre, che hai rallegrato i discepoli del tuo Figlio con la gioia della sua risurrezione, fa' che durante questa giornata sappiamo riconoscere i segni della sua presenza nel mondo.
Donaci occhi per vedere quanta testimonianza della risurrezione viene data continuamente attorno a noi e per costatare che il lieto messaggio del vangelo si diffonde ogni giorno più e, come sale e lievito, dà senso e orientamento all'immensa operosità umana.
Il tuo Spirito conservi sempre la tua gioia sul nostro volto e su quello dei nostri cari, perché, con il tuo aiuto, ci illuminiamo e ci sosteniamo gli uni gli altri durante questo giorno.

ANTIFONA D'INGRESSO
Quando avanzavi, o Dio, davanti al tuo popolo,
e ad essi aprivi la via e abitavi con loro,
la terra tremò e stillarono i cieli. Alleluia. (cf. Sal 68,8-9.20)

COLLETTA
O Dio, nostro Padre, che ci hai reso partecipi dei doni della salvezza, fa' che professiamo con la fede e testimoniamo con le opere la gioia della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (At 18,1-8)
Paolo si stabilì in casa loro e lavorava, e discuteva nella sinagoga.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall'Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D'ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 97)
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele. R.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

CANTO AL VANGELO (cf. Gv 14,18)
R. Alleluia, alleluia.
Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
R. Alleluia.

VANGELO (Gv 16,16-20)
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne vado al Padre"?». Dicevano perciò: «Che cos'è questo "un poco", di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Parola del Signore.


OMELIA
A volte si parla di secoli bui della storia, di oscurantismo. Si definiscono scristianizzati certi paesi e si afferma che ci troviamo ormai in una civiltà postcristiana. Altre volte, invece, lasciandosi guidare da maggiore ottimismo, si enumerano i segni di una rinascita dei valori spirituali nel nostro tempo e si parla di un ritorno della fede. Quello che si dice della storia delle nazioni, si può dire anche della storia personale di ognuno. Ci sono momenti di entusiasmo e momenti di oscurità. Momenti in cui si sente palese la presenza di Dio e momenti nei quali ci si lamenta del silenzio di Dio.
Eppure Dio è sempre stato presente in ogni momento della storia, ed è presente in ogni attimo della nostra vita. Gesù ci ha assicurati che sarebbe sempre rimasto con i suoi. Lo Spirito Paraclito è sceso sulla comunità dei credenti e abita in essa. Perciò nei momenti oscuri della giornata, nei momenti di difficoltà e di tristezza, nei momenti di smarrimento e di oscuramento dei valori cristiani, non serve interrogare Dio o indagare, come fecero gli apostoli, se per caso Gesù se n'è andato e ci ha abbandonati.
È il momento, invece, di esercitare la fede, di ritrovare la gioia nella sicurezza che il Paraclito ci assiste in continuazione, di prestare maggiore attenzione al Consolatore che dimora in noi. Egli ci illuminerà perché sappiamo riconoscere le opere meravigliose che Dio compie e che con le nostre sole forze non siamo capaci di vedere.
È il momento anche di invocare con insistenza lo Spirito Santo, perché ci faccia conoscere tutta la verità e cambi la nostra afflizione in gioia.